Federico Bertolani's profile

Rigoletto 2016 Pisa-Rovigo



RIGOLETTO
Regia Federico Bertolani
Scene Giulio Magnetto
Costumi Mirella Magagnini

NOTE DI REGIA
Monterone con la sua maledizione è, a mio avviso, il cardine di tutta la storia; senza dimenticare che lui e Rigoletto sono i due grandi vecchi, i due padri, coloro che hanno vissuto forse un’epoca precedente, fondata su principi e su una gestione del potere ben diversi. Ma chi è dunque questo padre che viene di sua “figlia a reclamar l’onore”? Un oppositore politico, un folle paranoico o forse il doppio del buffone, la voce della sua coscienza?
Se Monterone altro non è che la rappresentazione in forma scenica del senso di colpa di Rigoletto, ecco che dalla maledizione in poi il tutto assume un aspetto irreale simbolico, la vicenda si dipana in bilico fra il conscio e l’inconscio, una sorta di viaggio nell’animo del buffone nelle sue paranoie e nei suoi incubi.
La claustrofobica scatola scenica prende vita divenedo essa stessa contenitore in grado di ricreare man mano gli spazi della mente di Rigoletto, solo alla fine quando il protagonista dismessi tutti i trevestimenti svela il suo vero sé, disperandosi di un autentico dolore, la scatolao trappola mentale è pronta a difarsi lasciando increduli i cortigiani mentre il Duca canta lontano e ignaro.
In un ottica morale poco importa se l’essere “vil scellerato” è frutto della natura o degli uomini la maledizione a questo punto si deve compiere: a colui che per servilismo svende ciò in cui crede è negata dal destino o dal caso anche una giusta vendetta.
FEDERICO BERTOLANI

Qui l'idea di base è minimalista, moderna, con una trasposizione della vicenda verso un'ambientazione atemporale, in cui si sottolineano le due vesti del protagonista buffone/uomo (che cambia gli abiti quando entra o esce dalla reggia, che tale non sembra a parte per un grande lampadario), dove quasi tutti sono vestiti di scuro, con abiti di foggia elegante ma volutamente fredda
OPERACLICK , Fabrizio Moschini


L’allestimento del Rigoletto proposto per questa apertura d stagione  è quello del teatro Sociale di Rovigo in collaborazione con il Teatro di Pisa per la regia di Federico Bertolani. Un allestimento singolare nella sua essenzialità che fa a meno anche delle scenografie e dei costumi classici per porsi in un tempo senza tempo di straordinaria attualità. La scenografia, creata da Giulio Magnetto, ricorda una scatola che imprigiona i personaggi come i pensieri di Rigoletto e ne amplifica, enfatizzandole, le azioni che diventano simboli e metafore di una società corrotta e disposta a qualsiasi efferatezza. Il continuo muoversi di pannelli mobili che rappresentavano ora un vicolo di Mantova, ora la casa di Rigoletto, ora la locanda di Spafarucile è davvero suggestivo e accentua questa dimensione irreale/reale che circonda l’intera vicenda.
PENSA LIBERO, Stefano Mecenate

Lo spettacolo è stato certamente interessante e di ottima qualità, dalla regia, alla direzione, alle varie interpretazioni ma alcune scelte arbitrarie hanno condizionato il risultato finale. La regia di Federico Bertolani era esteticamente formidabile: una pulizia cromatica e di linea davvero seducente e di grande eleganza, per non parlare del continuo muoversi di pannelli mobili – che ora rappresentavano un vicolo di Mantova, ora la casa di Rigoletto, ora la locanda di Spafarucile – davvero suggestivo e affascinante a vedersi.
UNINFONEWS, Luca Faldini

La visione claustrofobica del regista riporta alla chiusura mentale di Rigoletto, avvolto nel suo egoistico amore verso la figlia. 
TEATRO.IT, Mirko Bartolini



Rigoletto 2016 Pisa-Rovigo
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